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Tenuta Tröpfltalhof

Biodinamica e vini emozionanti nel cuore dell'Alto Adige

Caldaro. Metà luglio. Nonostante sia quasi ora di cena il sole cocente invita a tuffarsi nello splendido lago per godersi una domenica da cartolina ai piedi delle montagne altoatesine.
Dopo una breve passeggiata, attraversando il centro del paese, giungiamo alla tenuta Tröpfltal. Ci accoglie Andreas e subito ci scusiamo per esserci presentati in un giorno festivo, costringendolo a lavorare. Ride. Ci dice che è appena sceso da alcuni prati posti più in alto dove è andato per tagliare il fieno, indispensabile foraggio delle sue pecore, non appena aveva finito il trattamento con tisana di ortica sui suoi tre ettari di vigna, trattamento interamente effettuato grazie ad una pompa a spalla.

 

Avete letto bene. Andreas non solo è uno dei più virtuosi vignaioli biodinamici dell’Alto Adige, lavoro premiato dalla certificazione Demeter di cui Tröpfltalhof può fregiarsi, ma i particolari trattamenti con i diversi preparati e le tisane, che lasciano esprimere le viti nel migliore dei modi, senza andare ad alterarne l’equilibrio con composti chimici industriali, sono interamente distribuiti con pompa a spalla. Ci spiega che solo camminando tra i vigneti, distribuiti tra lago e fianco della montagna, gli è possibile comprendere a pieno lo stato fitosanitario delle piante e intervenire solo quando necessario e con le dovute modalità.
Ci troviamo a 500 metri sul livello del mare e la zona è piuttosto piovosa, il che può contribuire all’insorgere di malattie microbiche come oidio e peronospora, ma Andreas ci spiega come l’uso di rame sia limitato a pochi trattamenti annuali sulle zone più umide dei vigneti mentre lo zolfo è usato unicamente assieme all’argilla, il che permette una forte diminuzione dei quantitativi utilizzati.

 

Le varietà scelte da più di un decennio sono poche, Sauvignon Blanc attorno alla tenuta, Viognier, Cabernet Franc e Cabernet Sauvignon nei pressi del lago, tutte allevate con un inusuale cordone speronato alto. Andreas ha fatto questa scelta tra la diffidenza dei vecchi del paese ma ne ha avuto in dono piante sane e produttive. Camminiamo tra i filari, accompagnati dalle galline della tenuta che razzolano felici tra le erbe ed i fiori che crescono indisturbati e contribuiscono alla biodiversità del vigneto. Torniamo alla tenuta e per raggiungere la cantina dobbiamo entrare in un grosso montacarichi. Le nostre facce sono perplesse. Andreas ride di nuovo. Gli spazi nell’azienda agricola sono limitati e il controllo delle temperature fondamentale per una perfetta fermentazione spontanee, da qui la decisione di scavare una decina di metri sottoterra e disporre su due piani la cantina. Al primo piano troviamo le grandi botti di legno dove fermentano e affinano le uve di Viognier e la pigiaderaspatrice, unico macchinario in acciaio. Da qui, per gravità, i mosti di Sauvignon e Cabernet raggiungono il piano inferiore dove una decina di anfore ed alcune barrique permettono la realizzazione dei suoi vini simbolo. Qui permangono per diversi mesi e, senza subire solfitazione alcuna, possono esprimere tutto il loro potenziale subendo le numerose modificazioni legate alle microssidazioni generate dai particolari contenitori di argilla, sotto l’attento e paziente controllo di Andreas. Siamo fortunati. Oggi è giorno di assaggio. Il Sauvignon Blanc ha un leggero residuo zuccherino, sintomo che la fermentazione è ancora distante dal suo termine, ma il corredo aromatico è già piacevole, con note vegetali e di frutta bianca; Il Cabernet è più ostico con le note vegetali in evidenza a prevaricare nettamente quelle più morbide e fruttate. Ci vuole ancora tempo prima che raggiungano la bottiglia, dove viene utilizzata una esigua quantità di SO2, circa 30 mg/l. È giunto quindi il momento di provare i risultati delle annate precedenti.

LeViogn 2016

Partiamo dal LeViogn 2016, vino dal colore giallo dorato, profumi estivi con la frutta matura, pesche ed albicocche, che domina il bouquet, elegantemente accompagnata da note floreali. In bocca, nonostante la partenza piuttosto dolce, chiude sapido e con un corpo presente.

Barleith 2015

Il Barleith 2015 da uve Sauvignon, dopo 21 mesi in anfora, tempo standard per questo produttore, è appena stato imbottigliato ma è già pronto da bere, dopo la lunga permanenza in anfora. Si presenta dorato con fantastici riflessi tendenti al ramato. E’ profondo, verticale. Si parte da sentori di composta di frutta, mele ed albicocche, per andare verso note di nocciola e crema pasticcera. Un vino elegante ma con una struttura invidiabile. Quasi un rosso per corpo ed alcool.

Garnellen 2014

Infine il Garnellen 2014 rosso nato dalle uve Cabernet Sauvignon e Franc, coltivate lungolago. Dopo la fermentazione in anfora viene fatto affinare in botti di rovere. Il colore è rosso intenso, come intenso è il suo aroma di frutti di bosco, accompagnato da accenni di pepe verde. In bocca il finale è lunghissimo ed intenso.

Ripenso a quanti in queste zone giustificano l’abbondante uso di composti chimici appellandosi all’inclemenza del clima e alle difficoltà imposte dalle temperature altalenanti e dalla microflora indigena volubile. Io credo che la risposta sia da ricercare in posti come Tröpfltalhof, dove decisioni spesso molto dispendiose in termini di tempo e di denaro hanno portato ad un prodotto eccelso e ampiamente apprezzato.

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